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Valle del Sacco, per la bonifica si naviga a vista. Ancora nessuna certezza sulle tempistiche

La denuncia di Retuvasa: "si affida un servizio strategico per la bonifica della zona, durata due anni, ad una società esterna per mancanza di personale"

Dal 6 marzo scorso con la firma dell’Accordo di Programma Quadro (AdPQ) per il riavvio delle attività di bonifica del SIN Bacino del fiume Sacco sono passati altri cinque mesi e il Responsabile Unico per l’Attuazione (RUA) in seno alla regione Lazio ancora non si insedia.

"Ci si domanda - scrivono in uan nota i rappresentanti di Retuvasa - il perché dei tempi così lunghi per la formazione di un organo tecnico-amministrativo. La risposta probabilmente è nella Determinazione 25 luglio 2019, n. G10190, Direzione Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti diretta dall’Ing. Flaminia Tosini, onnipresente in tutto ciò che riguarda autorizzazioni sul ciclo dei rifiuti e con la quale ci sono dei contenziosi aperti con il nostro territorio, vedi Marangoni e Saxa Gres.

Nella delibera predetta si riprende una convenzione Consip, società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, delegando alla “Pricewaterhouse Coopers Advisory S.p.a. (mandataria) e Ecoter S.r.l. (mandante), per l’affidamento dei servizi di supporto specialistico e assistenza tecnica ….”,costo dell’operazione € 1.740.256,80 Iva compresa prelevati dal capitolo di spesa E32529 ex E32525 e relativo ad una parte dei 16,3mln di Euro provenienti dal Fondo di Sviluppo e Coesione e destinati alle attività di bonifica.

La motivazione dell’affidamento è “Considerata l’insufficienza del personale necessario, all’interno della Direzione Regionale Politiche ambientali e Ciclo dei rifiuti, alle attività di finalizzazione della programmazione/pianificazione degli interventi e per la redazione di progetti/studi di fattibilità tecnico economica per l’attuazione all’Accordo di Programma di cui sopra”. Il riferimento è al punto 6 dell’AdPQ denominato “Programma degli Interventi”.

In parole povere si affida un servizio strategico per la bonifica della valle del Sacco, durata due anni, ad una società esterna per mancanza di personale. Non è nostra intenzione mettere in dubbio la professionalità dei soggetti chiamati ad intervenire, ma è opportuno puntualizzare alcuni aspetti. Il primo è che riteniamo opportuno recuperare tutto il lavoro fatto dall’ex Ufficio Commissariale, ripartendo così da un punto conosciuto, possibilmente coinvolgendo alcuni tecnici che hanno già partecipato alle attività di bonifica.

Il secondo è che ancora non riusciamo a comprendere, se non lavorando di immaginazione, del perché la struttura regionale non abbia mosso alcun dito per trattenere il Dott. Eugenio Maria Monaco quando ha manifestato l’idea di affrontare una nuova esperienza lavorativa, dopo avere fornito l’essenziale contributo nel ricorso al TAR contro il declassamento del SIN, avere avviato il percorso partecipativo pre-perimetrazione, avere fornito in fase di Conferenze di Servizi e Tavoli Tecnici un supporto fondamentale al Ministero dell’Ambiente per districare la matassa di una delle situazioni ambientali più complicate in Italia, avere fornito preziose indicazioni e partecipato all’avvio del Contratto di Fiume Sacco.

Non ci è dato sapere cosa possa essere accaduto, ma se si tratta dei soliti giochetti para-politici nell’ambito delle nomine dirigenziali, significa che non si vuole avere a cuore la soluzione del problema valle del Sacco, preferendo spendere soldi pubblici destinati a soggetti informali piuttosto che investire su soggetti che hanno dimostrato nel tempo una passione per il nostro territorio, anche se non residenti. Se il RUA fosse stato insediato e si fosse dato seguito alla richiesta di Associazioni e Comitati di una minima possibilità di partecipazione al tavolo della bonifica, questo aspetto l’avremmo di certo sottolineato, ma d’altronde si sa quando si gestiscono soldi non propri spenderli in maniera poco oculata risulta essere una pratica collaudata".

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