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San Cesareo, la minoranza rinuncia al gettone di presenza ma la maggioranza se lo tiene stretto

La somma confluirà nel fondo di solidarietà a favore dei meno abbienti. Mattogno parla di: "Scuse puerili che sinceramente non ci aspettavamo ma che ci hanno lasciati veramente esterrefatti"

In tempi difficili come questi, in cui l’economia ha avuto una brusca frenata e le famiglie non riescono più ad arrivare a fine mese, un bel gesto arriva dai consiglieri di minoranza del Comune di San Cesareo (Rm). Massimo Mattogno, Francesco Tufi, Stefano Roma, Adriano Bianchi e Michela Scacco, dopo aver visto respinto l’emendamento con cui si proponeva il rifinanziamento del fondo di solidarietà alimentare (buoni spesa) in favore delle famiglie in difficoltà, attraverso la riduzione di una percentuale delle indennità di Sindaco, assessori e consiglieri comunali, hanno deciso comunque di perseguire la strada della coerenza rinunciando, per l’anno di competenza, ai loro gettoni di presenza devolvendo tali somme in favore di un fondo di solidarietà sociale.

“Dispiace che la maggioranza non abbia accolto la nostra proposta - spiega il capogruppo all’opposizione, Massimo Mattogno- nonostante fossero stati apposti preventivamente anche i pareri favorevoli di regolarità tecnica e contabile da parte del Responsabile del Servizio. Rinunciare, solo in parte e temporaneamente, alle indennità di carica come avevamo proposto (30% del Sindaco, 50% degli assessori e Presidente del Consiglio Comunale e intera indennità dei consiglieri comunali più i contributi volontari di soggetti privati e aziende) avrebbe consentito di costituire un fondo comunale di solidarietà di circa 50mila euro annui di cui avrebbero beneficiato i concittadini più colpiti dalla crisi”.

Alla base del non accoglimento dell’emendamento secondo la maggioranza il fatto che l’ufficio comunale preposto, avrebbe erogato fondi a tutti coloro che hanno fatto richiesta, per cui non ci sarebbe più bisogno di rimpinguare il fondo di solidarietà, oltre al fatto che questa proposta avrebbe sempre secondo la maggioranza il “solo effetto di tagliare la credibilità della politica”.

“Scuse puerili che sinceramente non ci aspettavamo ma che ci hanno lasciati veramente esterrefatti - aggiunge Mattogno - di fronte ad un’emergenza economica straordinaria come questa, che avrà purtroppo effetti di lungo termine a causa della conseguente e cronica crisi occupazionale, riteniamo infatti che l’unica strada che si può percorrere in modo condiviso è quella di iniziare a dare il buon esempio, in primis da parte di chi “governa”, iniziando con un taglio ai costi della politica per sostenere famiglie in difficoltà.A situazioni eccezionali si sarebbe dovuto rispondere con decisioni eccezionali e solidali. Aiuti tangibili che, al contrario, avrebbero aumentato proprio la credibilità della politica, che giova ricordarlo (anche a scanso di equivoci) è prima di tutto un servizio alla cittadinanza.Senza trascurare il fatto che l’amministrazione si sarebbe trovata un fondo subito spendibile in caso di ulteriori emergenze, scaturenti da una non auspicabile ma purtroppo possibile ripresa dei contagi. Ecco perché molte amministrazioni, molto più avvedutamente, hanno provveduto in tal senso”.

La questione delle indennità di Sindaco e Assessori era stata anche al centro di una forte polemica ad inizio mandato: l’Amministrazione Sabelli, come primo atto amministrativo della legislatura, aveva portato le indennità al massimo previsto dalla legge, causando non pochi malumori.

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