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Bonifica Valle del Sacco, dopo il fiume di parole quando gli interventi reali?

Un tema sempre al centro del dibattito politico, alimentato in questi giorni dalle immagini della schiuma bianca nel corso d’acqua Alabro che hanno fatto il giro del web

Il presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo ha richiesto nei giorni scorsi al Ministero dell’Ambiente l’avvio “degli interventi e le relative modalità attuative con l’attribuzione dei fondi” per la Valle del Sacco. Questa richiesta arriva dopo che nel marzo del 2018 Mauro Buschini annunciò trionfalmente lo sblocco di 36 milioni di euro per la bonifica della Valle del Sacco a seguito di un protocollo siglato con il Ministero dello Sviluppo Economico, così come il 21 di ottobre scorso Eleonora Mattia, presidente della IX Commissione regionale, ha dichiarato che un nuovo protocollo con il MiSe era stato firmato portando allo sblocco di 36,5 milioni di euro da utilizzare per la “riconversione e riqualificazione dell’area di crisi complessa di Frosinone, per il rilancio delle attività industriali, in sinergia con la bonifica delle aree del perimetro del SIN del Bacino del Fiume Sacco”.

La nota di Gioventù Nazionale Anagni

“Su questa vicenda oltre la poca chiarezza sulle tempistiche di stanziamento e sblocco dei fondi destinati alla bonifica della Valle del Sacco, bisogna – spiegano in una nota gli esponenti Gioventù Nazionale Anagni - anche constatare che nessun intervento è stato finora attuato. Anzi, le novità degli ultimi giorni fanno pensare tutto il contrario: gli sversamenti continuano, la schiuma dilaga nelle acque del fiume e solo l’interessamento della politica nazionale grazie all’intervento del senatore Massimo Ruspandini e di Giorgia Meloni ha spinto il Ministero dell’Ambiente ad effettuare prelievi delle acque nel fiume Alabro, affluente del Sacco. Ci sono alcune domande che necessitano di una risposta immediata perché questa nostra martoriata terra è stufa di aspettare: chi inquina? Cosa viene sversato nel fiume? Quali sono i danni vecchi e nuovi per la Valle del Sacco? Invitiamo tutti a fare una riflessione, oltre i colori politici, sui danni dell'industrializzazione selvaggia e senza controlli degli anni passati.

Quale modello di sviluppo?

Oltre che il problema serio, importante, terribile dell'inquinamento della Valle del Sacco, occorrerebbe anche pensare a come un modello di sviluppo che si credeva fosse eterno - e che così non è stato - ha lasciato la nostra terra. Gli sversamenti di oggi sono gli sversamenti di ieri, non è cambiato nulla nel corso degli anni; chi vive ad Anagni, a Ceccano o in altre città ciociare attraversate dal Sacco conosce bene la situazione. Abbiamo sentito parlare per anni di ARPA, sversamenti, Regione, indagini, Ministero dell'Ambiente. Non tanti, ma direttamente tutti hanno promesso di risolvere il problema - o quanto meno di venirne a capo, di cominciare a dare qualche picconata al muro d'omertà che circonda tutta la vicenda dell'inquinamento nella Valle del Sacco - ed ancora aspettiamo. Ora, ben venga l'esposizione mediatica, ben venga l'interessamento dei media e della politica ai livelli più alti, ma questo non basta: bisogna intervenire a gamba tesa sui criminali che hanno deciso di distruggere, consapevolmente, la nostra Valle e su chi li fiancheggia”.

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