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Valle Del Sacco

Colleferro, il Tar respinge il ricorso sulla riduzione dei posti letto all’ospedale

Dopo anni di battaglie arriva la sentenza del Tribunale amministrativo. Grande dispiacere da parte dei rappresentanti del Comitato

Ancora brutte notizie per l’ospedale di Colleferro o meglio per tutti quei cittadini che speravano nel Tar (tribunale amministrativo regionale) per poter riavere i reparti di neonatologia tolti nel 2015 dall’amministrazione Zingaretti andando di fatto a potenziare l’ospedale Bernardini di Palestrina.

“La scorsa settimana il Tribunale  ha respinto il ricorso che abbiamo presentato il 17 ottobre 2017 contro il Presidente della Regione Lazio e Commissario ad acta per la Sanità del Lazio, Nicola Zingaretti, con il quale - dichiarano in una nota Gabriella Collacchi e Ina Camilli, Portavoce e Coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – Coordinamento territoriale - abbiamo chiesto l'annullamento dei vari decreti organizzativi,la cui attuazione avrebbe significato, realisticamente, l'ulteriore declassamento dell'ospedale L. P. Delfino di Colleferro. I decreti commissariali riguardano l'attuazione del Programma Operativo della rete ospedaliera e il Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale, con specifico riferimento alla programmazione dei posti letto, della rete ospedaliera e delle urgenze dell'ospedale cittadino. Abbiamo inoltre riproposto l'impugnazione del provvedimento che nel 2015 ha accorpato i 4 reparti perinatali presso l'ospedale di Palestrina e la contestuale soppressione  a Colleferro.

La diminuzione dei posti letto

Al Tribunale abbiamo chiesto l'accoglimento del ricorso, previa concessione della sospensiva, per l’annullamento degli atti programmatori impugnati e quelli connessi dimostrando che essi non avrebbero migliorato l'integrazione dei servizi sanitari tra ospedale e territorio per la continuità  assistenziale, ma avrebbero comportato semplicemente la riduzione dei posti letti e quindi la diminuzione dei volumi di attività ospedaliera, con ripercussioni sulla qualificazione professionale degli operatori sanitari, stante la sua riduzione.

Il respingimento del tribunale

Il Tribunale ha respinto tutte le questioni sollevate senza approfondire le motivazioni di merito, senza una accurata istruttoria delle scelte operate e della loro compatibilità con le disposizioni nazionali, ma si è limitato a riproporre le argomentazioni addotte nell'analogo ricorso presentato dai Comuni nel 2015, a cui abbiamo partecipato ad adiuvandum. Ci lascia perplessi il fatto che il Tribunale, in rapporto ai due ricorsi che hanno impugnato atti amministrativi diversi tra loro, ha adottato la stessa motivazione, concludendo che la riorganizzazione e riassetto del sistema sanitario regionale conseguente allo stato di dissesto finanziario non avrebbero un impatto sociale negativo”.

La battaglia dei cittadini

“Ringraziamo – dichiarano ancora Gabriella Collacchi e Ina Camilli, Portavoce e Coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – Coordinamento territoriale - tutti i cittadini di Colleferro, Anagni, Artena, Carpineto Romano, Gavignano, Gorga, Montelanico, Piglio, Paliano, Segni, Serrone e Valmontone che, con l'iniziativa  ‘DI piazza IN piazza’ dello scorso ottobre, hanno firmato per chiedere ai Sindaci la modifica del decreto Zingaretti in questione o, in caso di insuccesso, l'impugnazione al Tar del Lazio. I Sindaci non lo hanno presentato e lo abbiamo fatto noi per riaffermare pubblicamente che la possibilità di accedere alle cure presso l'ospedale di Colleferro, come quello di Anagni, Palestrina, Frosinone, Subiaco e nelle strutture sanitarie della valle del Sacco è un diritto costituzionale e non una scelta discrezionale della politica”.

Il ricorso lo abbiamo perso e lo avremmo forse perso anche se lo avessimo portato avanti con i Comuni, ma è un fatto che loro non l’hanno presentato nè hanno esercitato alcun tipo di pressione sulla Regione! 

Anche in questa sentenza tuttaviail TAR ha confermato che la ASL "garantirà l'offerta sanitaria relativa alla specialità di ostetricia e ginecologia, oltre a quella esistente sul territorio, con l'istituzione di un ambulatorio aperto 6 giorni/7 e manterrà la specialità di pediatria all'interno dello stabilimento di Colleferro con l'attivazione di unambulatorio aperto 3 giorni/7, il che garantisce dalla temuta perdita di continuità assistenziale".

AZIONE CIVILE. Sul punto “dell’offerta sanitaria" la sentenza mette in evidenza che la ASLRM G, con nota del 2015, si era impegnata ad incontrare i Sindaci e a garantirla, fornendo “alla cittadinanza tutte le informazioni del caso”, ma l’impegno è rimasto sulla carta e quindi abbiamo deciso di agire civilmente per la riassegnazione dei reparti neonatali. Abbiamo completato gli atti e incaricato i nostri avvocati di procedere in via d’urgenza anche in sede civile verso la ASL RM G affinchè un impegno tanto vitale per l’intera comunità sia rispettato, posto che il TAR lo ha ritenuto fondamentale per giudicare legittimo l’accorpamento dei reparti. Rinnoviamo il ringraziamento ai cittadini che hanno sottoscritto l’avvio della procedura e i legali per l'assistenza professionale”.

L’appello al consiglio di stato.

“Abbiamo inoltre dato mandato agli avvocati di intervenire ad adiuvandum nell'appello al Consiglio di Stato in altro ricorso proposto dai menzionati Comuni che, dopo il nostro pressing durato 6 mesi, hanno deciso di andare avanti, ma inspiegabilmente conferendo incarico ad un nuovo legale. Stiamo appellando al Consiglio di Stato la sentenza con la quale il TAR ha rigettato la richiesta di annullamento dell’Atto aziendale della ASL RM G del 2015 sull’accorpamento di ostetricia, ginecologia, pediatria e neonatologia dall’ospedale di Colleferro a quello di Palestrina.

Il ricorso straordinario al presidente della repubblica.

“Nel 2015, sempre a seguito della soppressione dei suddetti reparti(ricordiamo che gli ultimi 2 erano esclusi dal trasferimento a Palestrina), abbiamo depositato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, dove il contenzioso - ancora trattenuto in decisione - viene definito in un unico grado, su parere del Consiglio di Stato, e deciso con decreto del Capo dello Sato. Questo il quadro delle nostre azioni nelle sedi giudiziarie accompagnate da altre iniziative del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” - Coordinamento territoriale per far conoscere ai cittadini la reale situazione della sanità locale e le maggiori problematiche della ASL RM5 presenti da anni e non ancora risolte, come l'abbattimento delle liste di attesa e la medicina territoriale.  Con riferimento in particolare all'ospedale di Colleferro preoccupa l'avvicinarsi del periodo estivo e la difficoltà della Direzione sanitaria agarantire il mantenimento delle sedute operatorie pluridisciplinari e quelle di emergenza e urgenza, strettamente collegate all’operatività del Pronto soccorso. I propositi di ulteriore accorpamento di posti letto del reparto di otorino per carenza di operatori sanitari da Colleferro all’ospedale di Tivoli ripropongono con forza la decisione della Regione di affrontare il problema della carenza di organico”.

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