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Valle Del Sacco

Valle del Sacco, storica sentenza del Consiglio di Stato: la Caffaro non dovrà bonificare le aree inquinate

Dopo moltissimi anni e molte pratiche burocratiche e pronunciamenti di tribunali ai vari livelli viene messa la parola fine ad un pezzo importate di storia di Colleferro e di tutta la zona tra le provincie di Roma e Frosinone

Nei giorni scorsi è stata pronunciata una sentenza che rappresenta un pezzo di storia della città di Colleferro che è stato “cancellato” senza colpevoli e con tutti gli imputati salvi. Stiamo parlando della sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dal Ministero dell’Ambiente sull’inquinamento dei siti della Caffaro. L’azienda chimica con sede a Brescia, Grado e Colleferro. Sui suoi terreni, diventati Sin (sito interesse nazionale), è nata prima la Snia ed oggi ha sede la più grande azienda aerospaziale italiana, ovvero l’Avio. In pratica la storica azienda sulla quale nel dopo guerra si è sviluppata la grande città a sud di Roma.

Le aree inquinate

Nel tempo le produzioni industriali hanno lasciato le aree avvelenate da Pcb (Policlorobifenili) ed altre sostanze cancerogene ed proprio il ritrovamento dei fusti interrati a ridosso del fiume sacco ha fatto partire la complessa operazioni di bonifica definita ARPA 1.

Il respingimento del Consiglio di Stato

In questi giorni il Consiglio di Stato ha respinto, in maniera definiva, il ricorso presentato dal Ministero dell’ambiente che chiedeva l’applicazione del d.l. 152/2016. In pratica con questo decreto si chiedeva alle società finanziare a capo dell’ex azienda chimica (Bios, Hopa, Ge-Capital, Monte Paschi Siena, Unipol, Sorin) di iniziare le opere la bonifica delle aree inquinate. Una sentenza molto simile a quella del Tar del Lazio.

La mancanza di colpe

In pratica per il Consiglio di Stato gli “azionisti non hanno colpe” ma solo perché l’acquisizione delle azioni di quella che all’epoca si chiamava Snia avvenne tra il 1999 ed il 2002 quando l’attività inquinante sui terreni era cessata da tempo. “Il Ministero – si legge nel testo delle sentenza del collegio presieduto da Filippo Patroni Griffi – non ha dimostrato come una partecipazione azionaria di minoranza di un organismo di intensità tale da determinare l’ascrizione di una diretta responsabilità per danno erariale”. Cala il sipario su oltre 40 anni di storia, di inquinamento  e nessuno è colpevole.

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